giovedì 22 marzo 2018

La finestra sul cortile

Titolo originale: Rear Window

Regia di Alfred Hitchcock

Interpreti: James Stewart (Jeff), Grace Kelly (Lisa), Raymond Burr (Thorwald), Thelma Ritter (Stella), Wendell Corey (detective)

Genere: Giallo

Produzione: Stati Uniti, 1954

Durata 112 minuti


Il capolavoro di Alfred Hitchcock non ha bisogno di troppe presentazioni; qui vogliamo semplicemente offrire una delle possibili interpretazioni di una pellicola che ha segnato la storia del cinema.



Il palazzo di fronte a Jeff sembra letteralmente uscire dalla sua testa (lui che sta dormendo e sudando, crea il palazzo come Zeus genera Minerva da un mal di testa; Jeff suda perché è caldo, ma probabilmente suda anche per quanto gli sta passando in sogno per la testa) ma quell’edificio, su cui poi concentrerà la propria attenzione e il proprio sguardo, è ora alle sue spalle.



Il suo voltarsi verso il palazzo è un viaggio dentro il suo inconscio, un tentativo di guardar dentro con più chiarezza. Proprio come nei sogni egli vede frammenti di azione e deve ricollegare il puzzle che gli si presenta cercando di cogliere una verità dietro quei frammenti. Dentro il suo personale palazzo di Atlante (il suo stesso inconscio) Jeff trova la seduzione e l’attrazione proibita (la ballerina, ma anche due donne che sono spiate da un elicottero mentre prendono il sole nude sul terrazzo), il desiderio (la donna sola), la violenza (pulsioni di morte) e la proiezione di paure che lo attanagliano (specie riguardo al menage familiare e che si materializzano nella coppia che vediamo evolvere dal giorno del matrimonio alle prime crisi da convivenza).


Tutto il suo mondo è nel lungo movimento di macchina che dal palazzo di fronte va a stringere sul primo piano di Jeff stesso e poi prosegue mostrandoci gli oggetti che arredano il suo appartamento, tra cui spiccano una macchina fotografica distrutta (il simbolo del suo desiderio annullato o dormiente) e le foto che rappresentano immagini di violenza (tra cui il fungo atomico con la sua forma freudianamente fallica). Immagini di violenza e seduzione (la donna della copertina di una rivista fashion) nelle riproduzioni fotografiche, immagini viventi di personaggi che abitano il palazzo di fronte, personaggi seduttivi come la ballerina e violenti come Thorwald. Il mondo di Jeff, apparentemente sonnacchioso è popolato di pulsioni nascoste tutt’altro che innocue.

La ballerina è la donna che si pone in antitesi a Lisa, la fidanzata: è formosa, sembra spregiudicata e di facili costumi, provocante senza classe, una figura pornografica che si oppone all’erotismo velato e sofisticato di Lisa. Perché Lisa non è una donna asessuata o frigida, si presenta a noi seducente ed aggressiva; ha un unico difetto agli occhi di Jeff: è troppo perfetta. La sua perfezione non produce desiderio e la rende scarsamente attraente a Jeff. La ballerina invece si ritaglia uno spazio centrale nei sogni di Jeff e non è un caso che il tetto, sopra la sua stanza, sia pieno di uccelli.

James quando si sveglia si fa la barba (e un uomo che si faceva la barba è il primo personaggio che prende vita dentro il palazzo; scopriremo essere un pianista che vive da solo, probabilmente dopo un matrimonio fallito, come allude Jeff); la sua stanza è piena di oggetti, ma uno in particolare attira la nostra attenzione (sul dettaglio offertoci da Hitch): è la macchina fotografica completamente distrutta (e se pensiamo ai sottintesi di significato sull’obbiettivo della macchina fotografica come pene in erezione) che facendo pendant con quel gesso alla gamba su cui è significativamente scritto “Qui giace l’osso rotto”, ci racconta di un padrone della stanza che vede latitare il proprio desiderio sessuale letteralmente distrutto ed ingessato.



La prima panoramica di ciò che Jeff vede dalla sua finestra (in particolare la ballerina che si muove con grande seduttività e il marito che rientra a casa e trova la moglie a letto che lo rimprovera) provoca nel fotografo una reazione che culmina con il gesto masturbatorio di grattarsi, con un mestolo, la gamba coperta dal gesso.


Il primo personaggio che entra nella stanza di Jeff è Stella, l’infermiera dell’assicurazione, che introduce una sorta di commento sociologico alla situazione che sta vivendo Jeff: ella ricorda che esiste una pena per i guardoni e una volta erano previste condanne esemplari (lei sembra incarnare una istanza morale e massaggia Jeff con particolare veemenza quasi volesse punirlo). Ma ahimè, la nostra è diventata una società di guardoni, chiude sardonicamente. Ce n’è anche per Jeff a cui dice: Lei ha una deficienza ormonale…


Jeff confida di temere ciò che lo aspetta: Lisa Freemont (già nel nome porta la radice di "libera"), la sua fidanzata, insiste per sposarlo ma lui non è pronto. E poi, snocciola una serie di considerazioni sulla ragazza che sono altrettante verità che lo riguardano da vicino: Lei è troppo perfetta, troppo dotata, troppo bella, troppo sofisticata, troppo di tutto, tranne che di quello che veramente desidero!!! (e che nasconde nel suo mondo dei sogni che si è materializzato nel palazzo di fronte). Se mai mi sposerò sarà con una donna che non vede la vita solo in termini di vestiti eleganti, di pasti fastosi e di scandali mondani…a me serve una donna che sia disposta a fare di tutto e a farlo volentieri.


Ma ecco partire, non sappiamo se diegeticamente o extradiegeticamente, la canzone di Lisa (quella che chiuderà il film) e Jeff guarda nuovamente verso l’esterno. Stella lo ha appena arringato sui mala tempora moderni in cui due persone che si piacciono complicano le cose psicanalizzandosi troppo e Jeff può spiare due novelli sposi che hanno fatto il primo ingresso nel loro nido d’amore. La canzone di Lisa è dunque la canzone del matrimonio; Jeff fa una smorfia di disappunto e Stella conferma: Lei è proprio un guardone.


L’arrivo della fidanzata avviene nel cuore della sera quando James sta dormendo. All’inizio è veramente un ingresso carico di erotismo come se lei fosse frutto di un sogno di Jeff. Lei gli chiede come sta la gamba e come va la vita sessuale, baciandolo con intensità, inquadrata in un primo piano intenso con l’uso del ralenty per il bacio (Grace, ripresa frontalmente, sembra quasi baciare lo spettatore o il regista prima che lui, rendendo ancora più evidente lo stupore d chi assiste a questa resistenza di Jeff di fronte ad una donna bellissima che lo adora).




E’ insomma un approccio carico di sensualità che sembra perdersi non appena si accendono e luci e Jeff riprende le difese della coscienza vigile e può respingere l’attacco della ragazza. Lei insomma si presenta come un principe azzurro al femminile che prova a risvegliare il bell’addormentato nel (vano) tentativo di accendere in lui il desiderio sopito. La sua candida gonna bianca e il vestito nero sono privi di colore, non trasmette passione per quanto il suo volto sia acceso dal rossetto vivace delle labbra. Colei che appare bellissima e desiderabile non accende invece il protagonista che non prova passione e desiderio profondo. Il perché lo abbiamo già intuito dalle parole di Jeff all’infermiera. La sua perfezione non produce pulsioni in James, non lo accende, lo risveglia moderatamente.


Mentre Jeff risponde ad una domanda di Lisa compare sullo sfondo la sagoma di una donna vestita di rosso! Non sappiamo se sia una svista di Hitchcock oppure un elemento quasi subliminale che certifica con quel vestito rosso fuoco, come la pulsione sia nel palazzo di fronte e non nella stanza con Lisa (un elemento quasi subliminale, inconscio). Del resto, in un dialogo successivo, Lisa sconfortata dalle risposte di Jeff deve fare i conti con la concorrenza della ballerina che, in posa volgarmente sexy sul proprio letto, attrae l'attenzione di Jeff ben più della sua stessa statuaria presenza.






Quando Jeff e Lisa parlano di fronte alla finestra, sullo sfondo vediamo, sfuocata, la sagoma della ballerina (con un cielo rosso fuoco) che sembra quasi intromettersi tra i due. Lisa sembra incarnare la figura della moglie, efficiente, intraprendente e solare, proponente un amore romantico e totalizzante (la cena intima) ma probabilmente in contrasto con le pulsioni nascoste di James e proprio per questo castrante. Alla fine sarà lei ad entrare nel palazzo dei sogni di James nella speranza di diventare oggetto di un desiderio proibito capace di riaccendere la passione del fidanzato.


Mentre Lisa prepara una cenetta intima, Jeff ha sguardo e mente altrove. Entra, con lo sguardo, nell’appartamento di Cuore Solitario, con cui immagina di brindare in una cenetta intima (ma la sua fidanzata sta pretendendo proprio questo da lui!), vede la ballerina circondata dai “lupi”, come li chiama Lisa (ma forse lui vorrebbe essere uno di quei lupi), vede Thorwald che accudisce la moglie malata (una sorta di contrappasso di quanto egli sta vivendo con la fidanzata che si occupa di lui infermo; ma forse la fantasia di Jeff prevederebbe una donna più “immobile” e un uomo più attivo, talmente attivo che probabilmente ha una amante).


Dulcis in fundo, un coetaneo di Jeff suona il pianoforte. Hitchcock è dentro la sua stanza che sta aggiustando un orologio. Jeff dice a Lisa che quell’inquilino vive solo perché probabilmente ha un matrimonio fallito alle spalle Hitch è con lui, è in quella stanza dove sta un personaggio cui Jeff guarda con una certa ammirazione (sa suonare e comporre, è un artista, è indipendente, ha una movimentata vita sociale, al contrario della tendenza alla misantropia di Jeff, è il prototipo di maschio che Jeff vorrebbe incarnare; ma è anche colui che sta provando a comporre un pezzo musicale e non riesce a terminarlo; ci riuscirà quando la storia di Jeff avrà termine proponendosi come correlativo oggettivo della vicenda: al termine, finalmente, Jeff potrà concludere la sua opera come il compositore il suo pezzo). Il palazzo, come vediamo, è fonte di attrazione troppo forte; Lisa è veramente trascurata; Lisa è veramente troppo perfetta.

Chiarificatorio è a questo proposito il dialogo tra Jeff e Lisa, a cena terminata, nel quale la ragazza esprime la propria frustrazione di donna che ama ma che non riesce ad entrare nel mondo dell’uomo che desidera. Lei vorrebbe seguirlo nei suoi viaggi di lavoro, ma gli ambienti che Jeff frequenta sono sporchi, pericolosi, talvolta squallidi e dunque non possono accogliere una donna che indossa una gonna di 30 grammi. L’inconscio di Jeff è torbido e sporco, Lisa non può entrarvi. 
E il torbido che è in Jeff si materializza quasi in reazione a quell’assalto di Lisa a cui Jeff risponde chiudendosi ancora più in se stesso e nelle proprie pulsioni nascoste. Terminato il dialogo con Lisa che se ne va quasi in lacrime, Jeff ode un urlo femminile provenire dal palazzo di fronte. E’ il preludio a quanto accadrà nella notte successiva alla cenetta con la fidanzata.



Una dissolvenza in nero ci conduce all’inizio dell’azione che scuote la mente di Jeff che, tanto per cambiare sta dormendo (a conferma di quanto labile sia il confine tra quanto immagina Jeff e quanto accade veramente); tutto ciò arriva come un temporale che è quello che caratterizza quella notte. Thorwald sta compiendo qualcosa di strano; ha fatto a pezzi la moglie? Tra un risveglio e l’altro Jeff scruta e spia, dentro di sé vorrebbe fare a pezzi Lisa?



Da questo momento in poi fanno la comparsa oggetti fondamentali: prima il binocolo, poi la macchina fotografica con un enorme zoom, oggetto fallico, obiettivo che avvicina lo sguardo, amplifica la vicinanza con l’oggetto dell’attenzione morbosa di Jeff; l’oggetto, in pratica, che attesta l’eccitazione erotica del fotografo (che riprende letteralmente in mano uno “strumento del mestiere”).

Mentre Lisa sta disperatamente cercando di accendere la passione di Jeff, questi è preso dai propri pensieri e non trova di meglio che farli comuni con la fidanzata: C’è del marcio sotto, dice Jeff a Lisa commentando le sue intuizioni sui movimenti dell’uomo sospetto, e lei risponde eloquentemente: Tu farai marcire me (la coinvolgerà nel suo marcio, aggiungiamo noi). Ed infatti Lisa, lentamente, entrerà nel mondo del palazzo di fronte e ne rimarrà coinvolta inesorabilmente. Inizialmente Lisa ha paura è a disagio, di fronte al proprio uomo che parla di cadaveri sezionati, ma la ragazza saprà superare queste paure. 
Lisa ha come una folgorazione che coincide con una allusione a quanto sta avvenendo nell’appartamento degli sposini (la cosa veramente sinistra, dice ironicamente lei, alludendo al fatto che i due novelli sposi stanno sessualmente consumando il loro matrimonio); la ragazza si mette a guardare nella direzione di Jeff e decide di iniziare l’avventura nel suo mondo; ha intuito che deve sporcarsi le mani per avere Jeff, deve diventare ella stessa parte di quel mondo sinistro che inizialmente la rabbrividiva. E’ lei ad iniziare le indagini e il gioco (erotico) con Jeff che la condurrà nei meandri del palazzo dei torbidi.



Stella, coinvolta nelle supposizioni di Jeff si chiede quale sia il posto migliore dove uccidere una persona e si risponde che tale posto è nella vasca da bagno, dove è più facile eliminare le tracce di sangue: ebbene questa intuizione verrà a prendere corpo in Psycho, con la famosa scena dell’omicidio nella vasca-doccia e la rimozione del sangue dalla stessa. 
Jeff inizia le indagini affidandosi all’amico Doyle, detective piuttosto scettico. Quando Lisa, partendo da una serie di considerazioni su quale sia la vera natura di una donna, arriva a mettere insieme i tasselli del puzzle e conviene della possibilità che quello che Jeff va dicendo abbia un fondo di verità, ecco che il fidanzato inizia a cambiare atteggiamento nei suoi confronti e, per la prima volta nel film, abbandona il suo atteggiamento diffidente invitando Lisa sulle sue gambe per un abbraccio e un bacio che paiono veramente condivisi.


Lisa rimane a dormire a casa di Jeff, sorprendendolo per l’audacia, ma ormai la donna ha chiarito che il suo è un vero e proprio attacco in corso: la sorpresa, dice, è la migliore arma dell’attacco. Certo Lisa pare ancora una statua greca, ma qualcosa in Jeff si sta sciogliendo.


L’arrivo dell’amico Tom, introduce poi un ulteriore elemento: la gelosia di Jeff che pare accendersi quando il detective mangia con gli occhi la sua fidanzata, colta prima come ombra e poi come dea in carne ed ossa. Attento Tom, dice Jeff piuttosto infastidito. Tom, per tutta risposta, alla fine dell’incontro si sbrodola con il whisky preparatogli da Lisa…più eccitato di così!



Cuore solitario (vestita di un verde acceso come la protagonista de La donna che visse due volte) ha abbordato un uomo, lo conduce a casa, ma l’uomo senza troppi preamboli le salta addosso. Alla scena assistono Jeff e Lisa assieme. Proprio la presenza di Lisa, sguardo aggiuntivo a quello del protagonista, alle spalle di Jeff sembra alludere ad una sorta di istanza censoria che agisce sull’uomo (e Jeff si imbarazza per quello a cui anche Lisa sta assistendo). I suoi cattivi pensieri (la preda solitaria presa d’assalto) sono subito frustrati e Cuore Solitario non può che respingere sdegnosamente l’assalto dell’aitante corteggiatore.




Lisa chiude allora le finestre, lo sguardo di Jeff deve tornare su di lei, specie ora che il tenente Doyle sembra aver fugato ogni dubbio sull’effettiva avvenuta dell’omicidio. Lisa allora si fa seducente, si veste con una scintillante sottoveste (bianca, troppo pura però) e torna lei stessa alla carica di Jeff in un ultimo tentativo di conquistarlo secondo le regole del proprio gioco seduttivo, ma un urlo interrompe l’assalto. Il cagnolino della vicina è stato ucciso. Lisa non può proprio conquistare Jeff secondo i propri canoni, dovrà cambiare se stessa (come aveva accennato in un dialogo precedente) per arrivare all’obbiettivo.

Osservando Thorwald ripulire le pareti del bagno, la cameriera di Jeff (Stella) si lascia scappare una affermazione che turba Lisa: Avrà schizzato dappertutto. Lisa non può accettare quel linguaggio, non le appartiene, ma dovrà adeguarsi (non esistono espressioni delicate per delitti del genere, dice Stella). Ma ecco che Jeff riesce a coinvolgere nuovamente Lisa nel suo investigare. Utilizzando le diapositive fatte a distanza di tempo sul cortile, invita Stella e Lisa ad analizzarle per notare qualcosa di strano; è come se Hitchcock stesso ci invitasse a guardare meglio, oltre l’apparenza superficiale delle immagini.



Jeff, inquadrato dall’alto scrive una lettera a Thorwald che è anche un ammonimento per se stesso. Che ne ha fatto di lei? Lisa inizia ad entrare nel palazzo dei desideri proibiti e vi entra portando la lettera a Thorwald. E’ una azione audace e pericolosa ma che cambia la percezione di Lisa agli occhi di Jeff: per la prima volta il fotografo la guarda con occhio veramente desiderante (la guarda attraverso il suo obiettivo, ella entra dentro l’obiettivo). Quando poi Lisa rientra nella stanza di Jeff questi ha finalmente lo sguardo del desiderio.




Lisa sta al gioco, è disposta a sporcarsi e può finalmente diventare oggetto del desiderio di Jeff; arriva addirittura a varcare la soglia del luogo proibito per eccellenza, la casa di Thorwald. Si arrampica per le scale, Jeff è spaventato, per la prima volta però la vede con l’obiettivo della macchina fotografica: ora Lisa a tutti gli effetti è entrata nell’immaginario desiderante di Jeff. La musica che accompagna l’incontro tra Thorwald e Lisa è vagamente erotica. Lisa entra come una ladra nell’appartamento dell’omicida (vera parte oscura di Jeff con cui avrà la resa dei conti finale), è malmenata da lui, oltraggiata.




Lisa arriva addirittura a mettersi la fede (della moglie di Thorwald) al dito come se in quel contesto fosse finalmente riuscita a sposarsi.


Thorwald guarda in faccia Jeff, come se il suo Es più profondo lo chiamasse a confrontarsi con le sue pulsioni. Condurre Lisa nel mondo del proibito è veramente l’unico modo che Jeff ha per amarla e desiderarla? Jeff parlando con l’amico Tom non riesce a trattenere un moto di soddisfazione quando accenna al coraggio di Lisa di entrare nell’appartamento di Thorwald.



Quando la vicenda ha raggiunto il suo logico finale con la scoperta dell’assassinio ecco che il palazzo torna a rivivere di una solarità inusuale, le pareti di casa Thorwald vengono rinfrescate ed imbiancate. La donna solitaria ora flirta con il pianista (che ha finito di comporre e pubblicare la canzone su Lisa), un nuovo cagnolino ha sostituito quello ucciso, la ballerina sembra aver ritrovato un amore giovanile e su tutto aleggia una musica che ci richiama alla figura di Lisa che sembra troneggiare su tutto (ed è, ricordiamo il motivo musicale del matrimonio).


Jeff dorme beatamente, quello del palazzo sembra ora un sogno privo di morbosità e paure, Lisa veste non più sofisticata ma indossa una camicia color rosso, assume il colore della passione ed incarna finalmente, potremmo dire, l’ideale femminino di Jeff. Questi è ancor più immobilizzato sulla sua carrozzina (entrambe le gambe sono ora ingessate) ma è scomparsa la scritta che alludeva all’osso giacente.




Lisa ha letteralmente scalato una montagna (come allude il libro che sta leggendo e per essere liberi, free, bisogna scalare una montagna, mountain, Freemont!!!) ma ha finalmente raggiunto il suo obiettivo: è diventata vero oggetto del desiderio di Jeff. Ma appena Jeff si addormenta ecco che Lisa tira fuori una rivista fashion e da brava donna moderna torna ad essere la femmina sofisticata dell’inizio che ha raggiunto l’obiettivo (catturare Jeff) e può, segretamente, coltivare le proprie passioni più vere senza snaturare la propria personalità. E’ il prototipo della donna moderna che sa il fatto proprio, che prende l’iniziativa e va dritta verso l’obiettivo (e l’obiettivo, quello fotografico, ad un certo punto lo maneggia lei). Il suo trionfo è sancito dal sottofondo musicale con il motivo a lei dedicato.

Una potente metafora delle moderne relazioni, dei rapporti tra uomini e donne alla vigilia del processo definitivo di emancipazione femminile degli anni Sessanta.
Un'ultima notazione: Rear Window, il titolo originale, ci rimanda alla rear door che contraddistingueva il romanzo di Stevenson Dottor Jekyll e Mr. Hjde e dalla quale il rispettabile dottore usciva nei panni bestiali del suo doppio. Sul retro si nasconde il torbido.

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