martedì 17 dicembre 2013

Strade perdute

Strade perdute


Titolo originale Lost Highway
Paese di produzione: USA, Francia        Anno: 1997
Durata: 135 min    Genere: thriller psicologico, drammatico
Regia: David Lynch
Soggetto: David Lynch e Barry Gifford    Sceneggiatura: David Lynch e Barry Gifford    Fotografia: Peter Deming   Montaggio: Mary Sweeney    Effetti speciali: Philip Bartko   Musiche: Angelo Badalamenti     Scenografia: Patricia Norris
Interpreti e personaggi
Bill Pullman: Fred Madison    Patricia Arquette: Renee Madison / Alice Wakefield     Balthazar Getty: Peter Raymond Dayton    Robert Loggia: Sig. Eddy / Dick Laurent    Jack Nance: Phil    Richard Pryor: Andy    Robert Blake: uomo misterioso    Michael Massee: Andy    Natasha Gregson Wagner: Sheila

Il film di Lynch è un labirinto apparentemente inestricabile, per il Mereghetti addirittura senza un vero nesso logico e volutamente criptico, una sorta di gioco che l'autore compirebbe con lo spettatore prendendolo fondamentalmente in giro; qui proveremo a renderlo meno ostico di quanto possa rivelarsi ad una prima visione. Sostanzialmente il film, a mio avviso, si rivela come l'allucinazione di un uomo, pronto alla esecuzione sulla sedia elettrica, colpevole di aver ucciso la moglie in preda ad una ossessionante e paranoica gelosia costruita sul sospetto che lei lo tradisca con due strani personaggi, Dick Laurent ed Andy.

 

La trama, pur nella sua contorsione, ha tratti comuni con La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, non fosse altro che per la protagonista che si sdoppia in una versione rossa e in una da vamp con i capelli biondi.
Fred (Bill Pullman) è sconvolto, sta fumando una sigaretta al buio. Il campanello suona e una voce dal citofono lo avverte che Dick Laurent è morto.

 

Il marito Fred (richiama il Freud a cui Lynch sicuramente si ispira) se ne va al club e la moglie, la rossa Reneè (Patricia Arquette), non lo segue e resta a casa a leggere. "Puoi svegliarmi quando torni se ne hai voglia" gli dice la moglie, ma il marito sembra consumare le sue energie sul sax (sublimazione del sesso). Eppure Fred è geloso e prova a telefonare a casa, ma nessuno gli risponde, confermando i suoi sospetti. Al suo ritorno la moglie dorme.

 

La donna trova una videocassetta di fronte alla porta, è dentro una busta anonima; insieme al marito guarda la videocassetta alla tv; le immagini contenute sono le riprese in esterno della casa; lei afferma che potrebbe essere la pubblicità di una agenzia immobiliare, la sensazione dello spettatore è che siano immagini rubate ed inviate da qualcuno che li sta spiando.

 

Fred, tormentato dal tarlo della gelosia, prova a possedere la moglie sul talamo nuziale, che è lugubremente nero, come le unghie della donna (il nero che richiama alla morte della passione?), ma  l'eccitazione svanisce e l'amplesso non si conclude. 

 

Fred racconta di un incubo e vive un incubo: facendosi strada nel buio, vede sua moglie sul letto, ma si rende conto che quella non è sua moglie ("Sembravi tu ma non eri tu" ammette Fred); è l'allusione allo sdoppiamento successivo della donna e al motivo dell'identità incerta ed indefinita.

 

Un'altra cassetta è recapitata alla coppia e le immagini sono ancora più esplicite: qualcuno ha filmato in casa loro mentre Fred e sua moglie dormivano.
Alla festa di Andy, l'uomo che Fred immagina sia l'amante di sua moglie, si materializza una sorta di fantasma (amico di Dick Laurent) che dice di essere a casa sua in quel momento (che sia la materializzazione della sua gelosia, il fantasma delle sue ossessioni che si incarna). 

 

Di ritorno a casa, Fred si perde letteralmente nel buio, in un corridoio tenebroso al termine del quale vede se stesso riflesso in uno specchio; la moglie si addentra in quel buio ma non lo trova. Fred è ormai chiuso dentro le tenebre della propria ossessione.
La terza videocassetta ci conduce nell'inferno di Fred di fronte all'omicidio che ha commesso, uccidendo la moglie. 


 

Rinchiuso in carcere, in attesa della sedia elettrica, Fred rivive i flash del delitto che ha commesso mentre un male (una emicrania che allude alla mente che produce immagini malate) inspiegabile lo attanaglia e lo tormenta. I carcerieri, al pari dei detective in precedenza (uno di loro, indagando sulla videocassetta, aveva chiesto maliziosamente a Fred se il letto che aveva mostrato loro era quello in cui dormiva insieme alla moglie, quasi sorprendendosi che ancora i due dormissero insieme) paiono figure grottesche, caricaturali, particolarmente ostili nei confronti di Fred e dunque potenzialmente frutto delle sue allucinazioni persecutorie (tutti i personaggi, in pratica, sembrano seguirlo, tormentarlo, spiarlo, deriderlo). 

 
 
 
 

In preda a profonde emicranie, Fred si trova catapultato in una dimensione parallela, in cui il tempo sembra correre alla rovescia (la casa infuocata che si spegne) e qui il sogno-incubo di una rivincita, o la rielaborazione per la rimozione del senso di colpa, si fanno più forti e presenti. E' la dimensione della strada perduta. 

 

La seconda parte è proprio letteralmente l'immersione nella dimensione di questa emicrania che produce un mondo parallelo dal quale emerge un doppio di Fred, Peter Dayton, giovane diciannovenne di Los Angeles (ladro d'auto), che si trova inspiegabilmente in cella al posto suo, quel Peter che sembra essere emerso dall'inconscio di Fred. Scopriremo lentamente che Peter è la proiezione ideale di Fred, un giovane aitante, sessualmente attivo e poco incline alla musica (spegne la radio che la trasmette perchè infastidito), proprio il contrario di Fred sensibile musicista, timido ed impotente sessualmente.


 

Peter esce di prigione e rientra nel proprio mondo, dove è meccanico di automobili, in preda ad amnesie sul proprio passato. Condotto da un tipo losco sulla sua Mercedes per aggiustare un guasto, si trova testimone di un pestaggio di un malcapitato automibilista che ha incrociato la loro macchina. Il tipo losco è, secondo gli agenti che pedinano Peter, Dick Laurent (da notare l'insistenza sui dettagli degli stemmi delle marche automobilistiche, Ford, Mercedes...). 

 

Peter, come Fred, si trova nel buio della propria casa di fronte ad uno specchio, la ferita sul volto è sparita.

 

La fidanzata di Peter, Sheila, ha le unghie nere come la moglie di Fred e nera è la Cadillac che si presenta in officina, guidata da Dick Laurent, su cui si trova una donna bionda, Alice, che è gemella (ideale, la donna che visse due volte) della moglie di Fred. 

 

Peter, che ha la stessa emicrania di Fred, dovrà occuparsi di questa potente macchina (nel doppio senso di automobile e di donna, tanto che un compagno di lavoro di Peter, rivedendola esclama: che carrozzeria ragazzi!). Alice è aggressiva e vorace, diretta, sensuale e attiva e consuma notti di sesso con Peter ("Quel bastardo vede più figa di una tazza del cesso", esclama uno dei detective che lo pedina) in motel di secondo ordine con stanze, la numero 9 in particolare, a dominanza rossa (la passione). 
 


 
Ma Peter ha un vuoto su un episodio chiave del suo passato, un fatto di sangue che la sua mente non riesce a mettere a fuoco (rimosso e sotterraneo come il putridume che si nascondeva sotto la terra a Lumberton in Velluto Blu). Alice racconta di sé e costruisce una immagine di donna vittima della prepotenza di Dick che Peter dovrebbe salvare e condurre via. Andy, l'organizzatore di festini (a cui già aveva partecipato anche Fred con la moglie), sarà l'uomo tramite il quale Alice verrà liberata.

 
 

Peter è chiamato da Dick e questi è in compagnia del fantasma che Fred aveva conosciuto alla festa di Andy; è una telefonata minacciosa che compone il quadro di un cinico signore feudale che tiene imprigionata una fanciulla da liberare. Peter si reca a casa di Andy nella quale trova un telo su cui è proiettata una scena pornografica che ha per protagonista Alice. 

 

Andy compare, seguito da Alice in lingerie. Peter uccide l'uomo. Sulla comodina del salotto, tra le altre, una foto ritrae Andy e Dick che sono abbracciati alle due donne del sogno-realtà, la rossa e la bionda. 

 

Quello che sta vivendo Peter sembra di nuovo un incubo, in cui Alice non è affatto vittima, ma manipolatrice astuta (lei lo minaccia con una pistola dopo che Peter ha ucciso Andy). Dove cazzo andiamo? chiede Peter ad Alice percorrendo le strade perdute e notturne del titolo e lei sibillinamente risponde: Verso il deserto (verso il nulla, il dissolvimento dove si risolvono vendette e desideri). 

 

Perchè hai scelto me? Chiede Peter ad Alice prima di possederla un'ultima volta di fronte ai fari accesi dell'automobile. Tu non mi avrai mai, sussurra Alice all'orecchio di Peter abbandonandolo nudo nel deserto.

 

Ma colui che si alza nudo, novello Adamo ripresosi dallo stordimento indotto in lui dalla tentatrice Eva, è di nuovo Fred (la targa della macchina è assonante col nome di Alice, AYS, di nuovo l'oggettivazione macchina-donna) e segue il proprio fantasma che lo invita ad entrare nella capanna in cui si è rifugiata Alice.

 

Qui Fred si trova di fronte al fantasma che lo riprende con una videocamera, lo mette ulteriormente a nudo e gli chiede chi egli veramente sia, quale sia il suo nome; anche Alice non è colei che dice di essere, ma il suo vero nome è Reneé. Di nuovo le strade a ritroso verso la verità: la moglie è con Laurent in un letto d'albergo (nell'albergo STRADE PERDUTE) e qui Fred giunge con la sua ira vendicatrice ed uccide l'uomo (l'assassinio avviene però di fronte alla capanna che si infuocherà, nello spazio onirico per antonomasia; Fred deve uccidere due volte Dick e la seconda volta riceve un coltello dal fantomatico fantasma).




 

Laurent è colui che organizzava festini, orge e rappresentazioni pornografiche cui partecipava la moglie e che poi erano proiettate nella villa di Andy, in un clima di satanismo e depravazione (a queste partecipa anche, come personaggio-attore, un riconoscibile Marilyn Manson che è autore di diverse musiche della colonna sonora).


 
Gli agenti indagano sulla morte di Andy e trovano la foto della moglie di Fred con Laurent ed Andy (di Alice nemmeno l'ombra). 

 
Fred, tornato a casa, può citofonare che Dick Laurent è morto; gli agenti lo seguono e lui fugge verso quelle strade perdute dell'incipit, strade che lo conducono alla morte sulla sedia elettrica cui le ultime urla e convulsioni del protagonista alludono. Proviamo a riavvolgere il nastro e fare ulteriore chiarimento.




Fred è inseguito dalla polizia, siamo su una delle strade perdute cui allude il titolo.  Poniamo che Fred nel finale stia bruciando sulla sedia elettrica (come sembrerebbe avvenire nell'abitacolo dell'automobile), ecco che tutta la seconda parte del film si potrebbe rivelare come una sua allucinazione (o, più realisticamente, un suo modo di rielaborare quanto ha commesso, immaginando che a compiere gli omicidi sia stato un altro e dunque operando una sorta di rimozione della colpa), simile per certi versi alle dinamiche narrative già viste in Allucinazione perversa di Adrian Lyne (nel quale però il protagonista era già morto), allucinazione, o rielaborazione, di un uomo che sta per morire (analoga struttura ha mostrato nel suo complesso, successivamente, la serie Lost). 

 

Una ipotesi narrativa del genere scioglie alcune incongruenze che compaiono nella seconda parte della vicenda. La donna bionda, sensuale e provocante è la moglie che Fred inconsciamente desidera, di contro alla donna, Reneè che con la sua freddezza e il suo ambiguo distacco lo teneva a distanza nella prima parte. Divenuta una vera e propria macchina da sesso (probabilmente una proiezione interiore di Fred) conquista con la forza l'uomo, il nuovo Fred, ora Peter. Non è un caso che, proprio come ogni desiderio irrealizzabile, la donna, una volta posseduto l'uomo, gli confidi che lei non sarà mai sua. Il sogno, a quel punto, può finire, Fred può tornare se stesso ed abbandonare Peter, compiere l'ultima vendetta virtuale nei confronti della moglie asessuata e probabilmente fedifraga, e morire tra i tormenti della sedia elettrica.

 

L'uccisione di Laurent e del ricco viveur festaiolo, Andy, sono le vendette, oniriche, virtuali, oppure veramente realizzate ma rimosse (non a caso le compie Peter, il suo doppio che viene scarcerato dopo essere stato trovato al suo posto in cella), verso coloro che hanno avuto l'ardire di abusare dei piaceri offerti dalla moglie che rimane la vera, unica presumibile, vittima della furia assassina di Fred (nella foto del finale, una volta scomparsa la bionda sensuale, resta l'algida rossa tra i due "morituri" e la foto confermerebbe i sospetti di Fred).

 

A condurre il gioco delle vendette (virtuali) è una sorta di deus ex machina, una sorta di alter ego di Fred, un fantasma, sempre pronto a riprendere e filmare ogni momento che lo riguarda (Fred odia le videocamere). Che questo personaggio sia frutto della mente di Fred lo dimostra il colloquio alla festa (nella prima parte del film) che si svolge in un clima di surreale ubiquità di questo strano personaggio. Egli è, in definitiva, l'uomo che abita la casa del tempo (la mente di Fred) che torna indietro (la casa che brucia va pian piano spegnendosi) e non è un caso che i conti si saldino proprio lì, nel territorio inconscio per antonomasia, quello cioè che contiene la memoria del passato, del tempo che si vorrebbe riportare indietro (poco prima che Fred cambi pelle in prigione, egli sogna proprio questo luogo in cui ha inizio il suo incubo, in cui mescola memoria, pulsioni, desideri e paure, oggettivandoli nella moglie-puttana).

 

Il compiersi o il rielaborarsi di una vendetta onirica spiega la seconda parte del film nel quale le strisce gialle di una strada notturna segnano lo scandire di un tempo allucinato e allucinatorio (in questo senso l'immagine ci riporta al Seme della follia di John Carpenter). La prima parte del film, immaginifica e visivamente straordinaria, lascia invece aperte diverse porte all'interpretazione riguardo la morte di Reneè (la moglie di Fred). E' veramente il marito l'assassino, oppure Dick Laurent, amante invisibile e geloso? 

 

Sulla gelosia di Dick Laurent, Lynch costruisce tutta la seconda parte del racconto che, proiettando nella figura della bionda Alice, la rossa Reneé della prima parte, potrebbe rivelarsi anche come una ri-costruzione ipotetica ed onirica di Fred su ciò che è avvenuto prima della notte della morte della moglie (una sorta di spostamento onirico di personaggi e luoghi e la stessa gelosia di Laurent è la proiezione di quella di Fred). Se prendiamo per realistica tutta la prima parte, l'assassino potrebbe essere lo stesso Fred, pensante ed enigmatico fin dalla prima inquadratura e quindi accecato dalla gelosia nel suo folle gesto di morte. La cassetta potrebbe averla girata lui, e non l'ipotetico fantasma (suo personale mr. Hyde) che la sua mente ha creato e che lo aiuterà, oniricamente, ad eliminare anche Dick  ed Andy. La voce, che sentiamo al citofono e che afferma che Lorraine è morto, sembra, nel primo caso, quella del fantasma, mentre nel sogno è lo stesso Fred ad annunciarla (a se stesso?) quasi con enfasi e soddisfazione come se si avverasse quel desiderio di veder morire l'amante della moglie (i sospetti di Fred sono confermati da flash sui primi piani di lui che sembra quasi vedere queste ombre).


 

La mia personale scansione cronologica riordinata è:
Gelosia di Fred
Omicidio di Reneé (e, se seguiamo la direttrice più realistica, dei due uomini con cui Reneè tradiva Fred)
Incarceramento e condanna di Fred
Visioni ed allucinazioni, desiderio di morte (o rielaborazione degli avvenuti assassinii) dei suoi antagonisti, amanti di Reneè, Dick ed Andy
Morte sulla sedia elettrica

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