Titolo originale: Rear Window
Regia di Alfred Hitchcock
Interpreti: James Stewart (Jeff), Grace Kelly (Lisa), Raymond Burr (Thorwald), Thelma Ritter (Stella), Wendell Corey (detective)
Genere: Giallo
Produzione: Stati Uniti, 1954
Durata 112 minuti
Il capolavoro di Alfred Hitchcock non
ha bisogno di troppe presentazioni; qui vogliamo semplicemente
offrire una delle possibili interpretazioni di una pellicola che ha
segnato la storia del cinema.
Il palazzo di fronte a
Jeff sembra letteralmente uscire dalla sua testa (lui che sta
dormendo e sudando, crea il palazzo come Zeus genera Minerva da un
mal di testa; Jeff suda perché è caldo, ma probabilmente suda anche
per quanto gli sta passando in sogno per la testa) ma quell’edificio,
su cui poi concentrerà la propria attenzione e il proprio sguardo, è
ora alle sue spalle.
Il suo voltarsi verso il palazzo è un viaggio
dentro il suo inconscio, un tentativo di guardar dentro con più
chiarezza. Proprio come nei sogni egli vede frammenti di azione e
deve ricollegare il puzzle che gli si presenta cercando di cogliere
una verità dietro quei frammenti. Dentro il suo personale palazzo di
Atlante (il suo stesso inconscio) Jeff trova la seduzione e
l’attrazione proibita (la ballerina, ma anche due donne che sono
spiate da un elicottero mentre prendono il sole nude sul terrazzo),
il desiderio (la donna sola), la violenza (pulsioni di morte) e la
proiezione di paure che lo attanagliano (specie riguardo al menage
familiare e che si materializzano nella coppia che vediamo evolvere
dal giorno del matrimonio alle prime crisi da convivenza).
Tutto il suo mondo è nel
lungo movimento di macchina che dal palazzo di fronte va a stringere
sul primo piano di Jeff stesso e poi prosegue mostrandoci gli oggetti
che arredano il suo appartamento, tra cui spiccano una macchina fotografica distrutta (il simbolo del suo desiderio annullato o dormiente) e le foto che rappresentano immagini di violenza (tra cui il fungo atomico con la sua
forma freudianamente fallica). Immagini di violenza e seduzione (la
donna della copertina di una rivista fashion) nelle riproduzioni
fotografiche, immagini viventi di personaggi che abitano il palazzo
di fronte, personaggi seduttivi come la ballerina e violenti come
Thorwald. Il mondo di Jeff, apparentemente sonnacchioso è
popolato di pulsioni nascoste tutt’altro che innocue.
La ballerina è la donna
che si pone in antitesi a Lisa, la fidanzata: è formosa, sembra
spregiudicata e di facili costumi, provocante senza classe, una
figura pornografica che si oppone all’erotismo velato e sofisticato
di Lisa. Perché Lisa non è una donna asessuata o frigida, si
presenta a noi seducente ed aggressiva; ha un unico difetto agli
occhi di Jeff: è troppo perfetta. La sua perfezione non produce
desiderio e la rende scarsamente attraente a Jeff. La ballerina
invece si ritaglia uno spazio centrale nei sogni di Jeff e non è un
caso che il tetto, sopra la sua stanza, sia pieno di uccelli.
James quando si sveglia
si fa la barba (e un uomo che si faceva la barba è il primo
personaggio che prende vita dentro il palazzo; scopriremo essere un
pianista che vive da solo, probabilmente dopo un matrimonio fallito, come allude Jeff); la sua stanza è piena di oggetti, ma uno in
particolare attira la nostra attenzione (sul dettaglio offertoci da
Hitch): è la macchina fotografica completamente distrutta (e se
pensiamo ai sottintesi di significato sull’obbiettivo della
macchina fotografica come pene in erezione) che facendo pendant con
quel gesso alla gamba su cui è significativamente scritto “Qui
giace l’osso rotto”, ci racconta di un padrone della stanza che
vede latitare il proprio desiderio sessuale letteralmente distrutto
ed ingessato.
La prima panoramica di
ciò che Jeff vede dalla sua finestra (in particolare la ballerina
che si muove con grande seduttività e il marito che rientra a casa e
trova la moglie a letto che lo rimprovera) provoca nel fotografo una
reazione che culmina con il gesto masturbatorio di grattarsi, con un
mestolo, la gamba coperta dal gesso.
Il primo personaggio che
entra nella stanza di Jeff è Stella, l’infermiera
dell’assicurazione, che introduce una sorta di commento sociologico
alla situazione che sta vivendo Jeff: ella ricorda che esiste una
pena per i guardoni e una volta erano previste condanne esemplari (lei sembra incarnare una istanza morale e massaggia Jeff con particolare veemenza quasi volesse punirlo). Ma
ahimè, la nostra è diventata una società di guardoni, chiude
sardonicamente. Ce n’è anche per Jeff a cui dice: Lei ha una
deficienza ormonale…
Jeff confida di temere
ciò che lo aspetta: Lisa Freemont (già nel nome porta la radice di "libera"), la sua fidanzata, insiste per
sposarlo ma lui non è pronto. E poi, snocciola una serie di
considerazioni sulla ragazza che sono altrettante verità che lo
riguardano da vicino: Lei è troppo perfetta, troppo dotata,
troppo bella, troppo sofisticata, troppo di tutto, tranne che di
quello che veramente desidero!!! (e che nasconde nel suo mondo
dei sogni che si è materializzato nel palazzo di fronte). Se mai
mi sposerò sarà con una donna che non vede la vita solo in termini
di vestiti eleganti, di pasti fastosi e di scandali mondani…a me
serve una donna che sia disposta a fare di tutto e a farlo
volentieri.
Ma ecco partire, non
sappiamo se diegeticamente o extradiegeticamente, la canzone di Lisa
(quella che chiuderà il film) e Jeff guarda nuovamente verso
l’esterno. Stella lo ha appena arringato sui mala tempora moderni
in cui due persone che si piacciono complicano le cose
psicanalizzandosi troppo e Jeff può spiare due novelli sposi che
hanno fatto il primo ingresso nel loro nido d’amore. La canzone di
Lisa è dunque la canzone del matrimonio; Jeff fa una smorfia di
disappunto e Stella conferma: Lei è proprio un guardone.
L’arrivo della
fidanzata avviene nel cuore della sera quando James sta dormendo.
All’inizio è veramente un ingresso carico di erotismo come se lei
fosse frutto di un sogno di Jeff. Lei gli chiede come sta la gamba e
come va la vita sessuale, baciandolo con intensità, inquadrata in un
primo piano intenso con l’uso del ralenty per il bacio (Grace,
ripresa frontalmente, sembra quasi baciare lo spettatore o il regista
prima che lui, rendendo ancora più evidente lo stupore d chi assiste
a questa resistenza di Jeff di fronte ad una donna bellissima che lo
adora).
E’ insomma un approccio carico di sensualità che sembra
perdersi non appena si accendono e luci e Jeff riprende le difese
della coscienza vigile e può respingere l’attacco della ragazza.
Lei insomma si presenta come un principe azzurro al femminile che
prova a risvegliare il bell’addormentato nel (vano) tentativo di
accendere in lui il desiderio sopito. La sua candida gonna bianca e
il vestito nero sono privi di colore, non trasmette passione per
quanto il suo volto sia acceso dal rossetto vivace delle labbra.
Colei che appare bellissima e desiderabile non accende invece il
protagonista che non prova passione e desiderio profondo. Il perché
lo abbiamo già intuito dalle parole di Jeff all’infermiera. La sua
perfezione non produce pulsioni in James, non lo accende, lo
risveglia moderatamente.
Mentre Jeff risponde ad
una domanda di Lisa compare sullo sfondo la sagoma di una donna
vestita di rosso! Non sappiamo se sia una svista di Hitchcock oppure
un elemento quasi subliminale che certifica con quel vestito rosso
fuoco, come la pulsione sia nel palazzo di fronte e non nella stanza
con Lisa (un elemento quasi subliminale, inconscio). Del resto, in un dialogo successivo, Lisa sconfortata dalle risposte di Jeff deve fare i conti con la concorrenza della ballerina che, in posa volgarmente sexy sul proprio letto, attrae l'attenzione di Jeff ben più della sua stessa statuaria presenza.
Quando Jeff e Lisa
parlano di fronte alla finestra, sullo sfondo vediamo, sfuocata, la
sagoma della ballerina (con un cielo rosso fuoco) che sembra quasi
intromettersi tra i due. Lisa sembra incarnare la figura della
moglie, efficiente, intraprendente e solare, proponente un amore
romantico e totalizzante (la cena intima) ma probabilmente in
contrasto con le pulsioni nascoste di James e proprio per questo
castrante. Alla fine sarà lei ad entrare nel palazzo dei sogni di
James nella speranza di diventare oggetto di un desiderio proibito
capace di riaccendere la passione del fidanzato.
Mentre Lisa prepara una
cenetta intima, Jeff ha sguardo e mente altrove. Entra, con lo
sguardo, nell’appartamento di Cuore Solitario, con cui immagina di
brindare in una cenetta intima (ma la sua fidanzata sta pretendendo
proprio questo da lui!), vede la ballerina circondata dai “lupi”,
come li chiama Lisa (ma forse lui vorrebbe essere uno di quei lupi),
vede Thorwald che accudisce la moglie malata (una sorta di
contrappasso di quanto egli sta vivendo con la fidanzata che si
occupa di lui infermo; ma forse la fantasia di Jeff prevederebbe una
donna più “immobile” e un uomo più attivo, talmente attivo che
probabilmente ha una amante).
Dulcis in fundo, un coetaneo di Jeff
suona il pianoforte. Hitchcock è dentro la sua stanza che sta
aggiustando un orologio. Jeff dice a Lisa che quell’inquilino vive
solo perché probabilmente ha un matrimonio fallito alle spalle Hitch
è con lui, è in quella stanza dove sta un personaggio cui Jeff
guarda con una certa ammirazione (sa suonare e comporre, è un
artista, è indipendente, ha una movimentata vita sociale, al
contrario della tendenza alla misantropia di Jeff, è il prototipo di
maschio che Jeff vorrebbe incarnare; ma è anche colui che sta
provando a comporre un pezzo musicale e non riesce a terminarlo; ci
riuscirà quando la storia di Jeff avrà termine proponendosi come
correlativo oggettivo della vicenda: al termine, finalmente, Jeff
potrà concludere la sua opera come il compositore il suo pezzo). Il
palazzo, come vediamo, è fonte di attrazione troppo forte; Lisa è
veramente trascurata; Lisa è veramente troppo perfetta.
Chiarificatorio è a
questo proposito il dialogo tra Jeff e Lisa, a cena terminata, nel
quale la ragazza esprime la propria frustrazione di donna che ama ma
che non riesce ad entrare nel mondo dell’uomo che desidera. Lei
vorrebbe seguirlo nei suoi viaggi di lavoro, ma gli ambienti che Jeff
frequenta sono sporchi, pericolosi, talvolta squallidi e dunque non
possono accogliere una donna che indossa una gonna di 30 grammi.
L’inconscio di Jeff è torbido e sporco, Lisa non può entrarvi.
E il torbido che è in
Jeff si materializza quasi in reazione a quell’assalto di Lisa a
cui Jeff risponde chiudendosi ancora più in se stesso e nelle
proprie pulsioni nascoste. Terminato il dialogo con Lisa che se ne va
quasi in lacrime, Jeff ode un urlo femminile provenire dal palazzo di
fronte. E’ il preludio a quanto accadrà nella notte successiva
alla cenetta con la fidanzata.
Una dissolvenza in nero ci conduce
all’inizio dell’azione che scuote la mente di Jeff che, tanto per
cambiare sta dormendo (a conferma di quanto labile sia il confine tra
quanto immagina Jeff e quanto accade veramente); tutto ciò arriva
come un temporale che è quello che caratterizza quella notte.
Thorwald sta compiendo qualcosa di strano; ha fatto a pezzi la
moglie? Tra un risveglio e l’altro Jeff scruta e spia, dentro di sé
vorrebbe fare a pezzi Lisa?
Da questo momento in poi
fanno la comparsa oggetti fondamentali: prima il binocolo, poi la
macchina fotografica con un enorme zoom, oggetto fallico, obiettivo
che avvicina lo sguardo, amplifica la vicinanza con l’oggetto
dell’attenzione morbosa di Jeff; l’oggetto, in pratica, che
attesta l’eccitazione erotica del fotografo (che riprende
letteralmente in mano uno “strumento del mestiere”).
Mentre Lisa sta
disperatamente cercando di accendere la passione di Jeff, questi è
preso dai propri pensieri e non trova di meglio che farli comuni con
la fidanzata: C’è del marcio sotto, dice Jeff a Lisa
commentando le sue intuizioni sui movimenti dell’uomo sospetto, e
lei risponde eloquentemente: Tu farai marcire me (la
coinvolgerà nel suo marcio, aggiungiamo noi). Ed infatti Lisa,
lentamente, entrerà nel mondo del palazzo di fronte e ne rimarrà
coinvolta inesorabilmente. Inizialmente Lisa ha paura è a disagio,
di fronte al proprio uomo che parla di cadaveri sezionati, ma la
ragazza saprà superare queste paure.
Lisa ha come una folgorazione
che coincide con una allusione a quanto sta avvenendo
nell’appartamento degli sposini (la cosa veramente sinistra,
dice ironicamente lei, alludendo al fatto che i due novelli sposi
stanno sessualmente consumando il loro matrimonio); la ragazza si
mette a guardare nella direzione di Jeff e decide di iniziare
l’avventura nel suo mondo; ha intuito che deve sporcarsi le mani
per avere Jeff, deve diventare ella stessa parte di quel mondo
sinistro che inizialmente la rabbrividiva. E’ lei ad iniziare le
indagini e il gioco (erotico) con Jeff che la condurrà nei meandri
del palazzo dei torbidi.
Stella, coinvolta nelle
supposizioni di Jeff si chiede quale sia il posto migliore dove
uccidere una persona e si risponde che tale posto è nella vasca da
bagno, dove è più facile eliminare le tracce di sangue: ebbene
questa intuizione verrà a prendere corpo in Psycho, con la
famosa scena dell’omicidio nella vasca-doccia e la rimozione del
sangue dalla stessa.
Jeff inizia le indagini
affidandosi all’amico Doyle, detective piuttosto scettico. Quando
Lisa, partendo da una serie di considerazioni su quale sia la vera
natura di una donna, arriva a mettere insieme i tasselli del puzzle e
conviene della possibilità che quello che Jeff va dicendo abbia un
fondo di verità, ecco che il fidanzato inizia a cambiare
atteggiamento nei suoi confronti e, per la prima volta nel film,
abbandona il suo atteggiamento diffidente invitando Lisa sulle sue
gambe per un abbraccio e un bacio che paiono veramente condivisi.
Lisa rimane a dormire a casa di Jeff, sorprendendolo per l’audacia,
ma ormai la donna ha chiarito che il suo è un vero e proprio attacco
in corso: la sorpresa, dice, è la migliore arma
dell’attacco. Certo Lisa pare ancora una statua greca, ma
qualcosa in Jeff si sta sciogliendo.
L’arrivo dell’amico Tom,
introduce poi un ulteriore elemento: la gelosia di Jeff che pare
accendersi quando il detective mangia con gli occhi la sua fidanzata,
colta prima come ombra e poi come dea in carne ed ossa. Attento
Tom, dice Jeff piuttosto infastidito. Tom, per tutta risposta,
alla fine dell’incontro si sbrodola con il whisky preparatogli da
Lisa…più eccitato di così!
Cuore solitario (vestita
di un verde acceso come la protagonista de La donna che visse due
volte) ha abbordato un uomo, lo conduce a casa, ma l’uomo senza
troppi preamboli le salta addosso. Alla scena assistono Jeff e Lisa
assieme. Proprio la presenza di Lisa, sguardo aggiuntivo a quello del
protagonista, alle spalle di Jeff sembra alludere ad una sorta di
istanza censoria che agisce sull’uomo (e Jeff si imbarazza per quello a cui anche Lisa sta assistendo). I suoi cattivi pensieri (la
preda solitaria presa d’assalto) sono subito frustrati e Cuore
Solitario non può che respingere sdegnosamente l’assalto
dell’aitante corteggiatore.
Lisa chiude allora le finestre, lo
sguardo di Jeff deve tornare su di lei, specie ora che il tenente
Doyle sembra aver fugato ogni dubbio sull’effettiva avvenuta
dell’omicidio. Lisa allora si fa seducente, si veste con una
scintillante sottoveste (bianca, troppo pura però) e torna lei
stessa alla carica di Jeff in un ultimo tentativo di conquistarlo
secondo le regole del proprio gioco seduttivo, ma un urlo interrompe
l’assalto. Il cagnolino della vicina è stato ucciso. Lisa non può
proprio conquistare Jeff secondo i propri canoni, dovrà cambiare
se stessa (come aveva accennato in un dialogo precedente) per
arrivare all’obbiettivo.
Osservando
Thorwald ripulire le pareti del bagno, la cameriera di Jeff (Stella) si lascia scappare una affermazione che turba Lisa: Avrà
schizzato dappertutto. Lisa non può accettare quel linguaggio,
non le appartiene, ma dovrà adeguarsi (non esistono espressioni
delicate per delitti del genere, dice Stella). Ma ecco che
Jeff riesce a coinvolgere nuovamente Lisa nel suo investigare.
Utilizzando le diapositive fatte a distanza di tempo sul cortile,
invita Stella e Lisa ad analizzarle per notare qualcosa di strano; è
come se Hitchcock stesso ci invitasse a guardare meglio, oltre
l’apparenza superficiale delle immagini.
Jeff, inquadrato dall’alto
scrive una lettera a Thorwald che è anche un ammonimento per se
stesso. Che ne ha fatto di lei? Lisa inizia ad entrare nel
palazzo dei desideri proibiti e vi entra portando la lettera a
Thorwald. E’ una azione audace e pericolosa ma che cambia la
percezione di Lisa agli occhi di Jeff: per la prima volta il
fotografo la guarda con occhio veramente desiderante (la guarda
attraverso il suo obiettivo, ella entra dentro l’obiettivo). Quando poi Lisa rientra nella stanza di Jeff questi ha finalmente lo sguardo del desiderio.
Lisa
sta al gioco, è disposta a sporcarsi e può finalmente diventare
oggetto del desiderio di Jeff; arriva addirittura a varcare la
soglia del luogo proibito per eccellenza, la casa di Thorwald. Si
arrampica per le scale, Jeff è spaventato, per la prima volta però
la vede con l’obiettivo della macchina fotografica: ora Lisa a
tutti gli effetti è entrata nell’immaginario desiderante di
Jeff. La musica che accompagna l’incontro tra Thorwald e Lisa è
vagamente erotica. Lisa entra come una ladra nell’appartamento
dell’omicida (vera parte oscura di Jeff con cui avrà la resa dei
conti finale), è malmenata da lui, oltraggiata.
Lisa arriva
addirittura a mettersi la fede (della moglie di Thorwald) al dito
come se in quel contesto fosse finalmente riuscita a sposarsi.
Thorwald guarda in faccia Jeff, come se il suo Es più profondo lo
chiamasse a confrontarsi con le sue pulsioni. Condurre Lisa nel mondo
del proibito è veramente l’unico modo che Jeff ha per amarla e
desiderarla? Jeff parlando con l’amico Tom non riesce a
trattenere un moto di soddisfazione quando accenna al coraggio di
Lisa di entrare nell’appartamento di Thorwald.
Quando la vicenda ha
raggiunto il suo logico finale con la scoperta dell’assassinio ecco
che il palazzo torna a rivivere di una solarità inusuale, le pareti
di casa Thorwald vengono rinfrescate ed imbiancate. La donna
solitaria ora flirta con il pianista (che ha finito di comporre e
pubblicare la canzone su Lisa), un nuovo cagnolino ha sostituito
quello ucciso, la ballerina sembra aver ritrovato un amore giovanile
e su tutto aleggia una musica che ci richiama alla figura di Lisa che
sembra troneggiare su tutto (ed è, ricordiamo il motivo musicale del
matrimonio).
Jeff dorme beatamente, quello del palazzo sembra ora
un sogno privo di morbosità e paure, Lisa veste non più sofisticata
ma indossa una camicia color rosso, assume il colore della passione
ed incarna finalmente, potremmo dire, l’ideale femminino di
Jeff. Questi è ancor più immobilizzato sulla sua carrozzina
(entrambe le gambe sono ora ingessate) ma è scomparsa la scritta che
alludeva all’osso giacente.
Lisa ha letteralmente scalato una
montagna (come allude il libro che sta leggendo e per essere liberi, free, bisogna scalare una montagna, mountain, Freemont!!!) ma ha finalmente
raggiunto il suo obiettivo: è diventata vero oggetto del desiderio
di Jeff. Ma appena Jeff si addormenta ecco che Lisa tira fuori una
rivista fashion e da brava donna moderna torna ad essere la femmina
sofisticata dell’inizio che ha raggiunto l’obiettivo (catturare
Jeff) e può, segretamente, coltivare le proprie passioni più
vere senza snaturare la propria personalità. E’ il prototipo della
donna moderna che sa il fatto proprio, che prende l’iniziativa e va
dritta verso l’obiettivo (e l’obiettivo, quello fotografico, ad
un certo punto lo maneggia lei). Il suo trionfo è sancito dal sottofondo musicale con il motivo a lei dedicato.
Una potente metafora
delle moderne relazioni, dei rapporti tra uomini e donne alla vigilia
del processo definitivo di emancipazione femminile degli anni
Sessanta.
Un'ultima notazione: Rear Window, il titolo originale, ci rimanda alla rear door che contraddistingueva il romanzo di Stevenson Dottor Jekyll e Mr. Hjde e dalla quale il rispettabile dottore usciva nei panni bestiali del suo doppio. Sul retro si nasconde il torbido.
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